Domenica 24 Giugno ore 7:15, sono alla partenza del temutissimo Idroman 70.3, all’arrivo c’è una scritta che sembra un avvertimento: ALIVE TO HELL, sopravvivere all’inferno, perlopiù l’inferno del percorso in bici che ha come dislivello 2920 mt.! .
Sono nel prato fronte lago, con due amici e compagni di squadra, Carlo Spreafico e Massimo Contardo, aspettiamo la partenza scherziamo e ricordiamo a vicenda alcuni momenti di gare oramai passate. Tra poco partiremo ed ognuno di noi a quel punto, andrà per suo conto.
7:45, tutti in acqua, si parte per 1900 metri, prima boa, un po’ di manate ma tutto ok, seconda boa, terza boa e via un’altro giro. L’acqua è piacevole, le boe ben visibili, un leggero sole sorge da est, io nuoto molto lungo e sciolto, so che non sto andando veloce ma esco dall’acqua in 36 minuti, tempo buono per me, ora viene il bello. Conosco il percorso e in bici mi diverto, i primi 10 km di salita li faccio a tutta, a Capovalle, fine della prima salita, controllo la media: 25 kmh. Sono consapevole di essere andato un po’ troppo forte e nel tratto vallonato sino all’inizio della discesa per Gargnano cerco di recuperare. Ho recuperato circa 40 posizioni in 10 km, lo so perché li ho contati, ora inizia la discesa, mi idrato mangio qualcosa e a Gragnano al giro di boa, Mario dello Staff che mi conosce, mi urla forza spiller ! Io lo guardo e gli dico : inizia il bello Mario ! Da li cominciano 26 km di salita, poi 5 di discesa, poi 6 di salita (da vomito) e poi nuovamente la discesa a Idro. Le gambe girano bene, continuo a guadagnare posizioni anche se molto meno rispetto all’inizio, la salita è davvero tanta, 26 km sono interminabili e i 6 che arrivano dopo li conosco, quelli hanno delle rampe tipo Ghisallo. Quelle strade poi sono così solitarie, con pochissimo traffico e un sacco di verde attorno, viene quasi voglia di fermarsi a riposare in qualche prato. Finalmente arriva la discesa verso Idro, è quasi mezzogiorno e il caldo comincia a farsi sentire, approfitto della discesa per reintegrare sali e mangiare prima dei 21 km di corsa sotto il sole, arrivo a Idro abbastanza stanco direi, mi dimentico addirittura il mio numero, ossia, credo di avere il 15 invece è il 19, quasi sbaglio nel mettere la bici al mio posto. Riparto al volo ma già dai primi chilometri capisco che il mio stomaco non sta bene, ho dei forti dolori addominali, non riesco a correre veloce, le gambe andrebbero ma il dolore è troppo forte. Spero che passi ma nulla, mi fermo svariate volte ai ristori, per bere dell’acqua e rinfrescarmi ma non succede nulla. Dovrò correre tutti i 21 km con quel dolore, concludo la mezza con un tempo da defaticamento ma finisco 17° assoluto.
Sono stremato, praticamente all’arrivo mi accascio a terra, arriva il personale medico, mi chiede se è tutto ok, gli dico: tranquilli, tranquilli datemi 5 minuti.
Quei dolori addominali mi hanno demolito, correre con quel dolore è stata davvero dura, dopo un po’ giunge all’arrivo anche il mio compagno Massimo, mi guarda e dice in dialetto lombardo: Idro non ti regala mai niente.
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